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martedì 18 novembre 2014

Vox Populi, Vox Dei

Da quando sono in Germania faccio un po' fatica a stare dietro all'attualità.
Di solito la maggior parte delle informazioni le ottengo dal paio di telegiornali che a casa ascolto mentre cucino e mangio.
Qui non ho il televisore, quindi questa routine va a farsi benedire.

Tuttavia, vuoi o non vuoi, qualcosa arriva sempre.
Che diamine, siamo nell'era dell'informatica, tutti al pc, tutti su Facebook, ogni tanto tra un video di gattini che non sanno saltare, un grillino che si incazza perché piovegovernoladro, la foto di un paio di poppe, qualche notizia arriva pure.

E mi è giunta voce che siano riusciti a far atterrare una sonda su una cometa.

Minchia, gran copia di ovazioni.
Hanno lanciato R2D2 su un sasso vecchio pressappoco quanto il sistema solare stesso.
Ovviamente l'intera utenza della rete si è dimostrata unanime nel manifestare il proprio gaudio.

A fare scalpore è stato Matt Taylor, uno degli scienziati responsabili della missione.

Reo di indossare una camicia brutta.


Una camicia con delle donnine succinte che maneggiano revolver.
Va bene, è un po' di cattivo gusto.

Ma la reazione non sarà stata un pelo esagerata?
Matt Taylor ci comunica che
tra due minuti è pronto a tavola

Certo, alcuni puristi mi potranno dire: "Ma uno scienziato dovrebbe mantenere un certo ritegno in un'occasione così importante."


E non sono del tutto in disaccordo.
Il fatto è che semplicemente questi discorsi non hanno più senso.
Ognuno fa quel che diavolo gli pare.
Politico, giostraio, scienziato, professore, equilibrista, squilibrista, addestratore di Luigi.
Non discuto sul giusto o sbagliato.
È così e basta.

E poi, vogliamo dire che si è meritato quello che gli è successo per via di ciò che indossava?
Suona come una sentenza spaventosamente familiare.

Il punto è: crediamo davvero che Matt sia un misogino privo di scrupoli?
In tutta sincerità, non mi tange.
Ha portato a compimento un'operazione di notevole interesse scientifico e tanto basta.


Mi meraviglia a questo punto che non ci siano state manifestazioni di slave in topless.
Le meravigliose FEMEN, autrici di un maestoso revival antifemminista.

"Antifemminista? Ma cosa stai dicendo, sei matto? Perché?"
Ma perché con il loro operato legittima in qualche misura il sonito di mille voci di "odiano gli uomini" e accuse di fanatismo.

In che maniera il mostrare il seno scoperto dovrebbe aiutare la causa femminista?
"Ci spogliamo per farci sentire."
E per farvi trombare che fate, il soundcheck?
Scusatemi, non volevo essere volgare.
Mendacia, volevo eccome.
Tanto anche voi bimbi in ascolto siete assuefatti alla violenza verbale.

Un seno scoperto non è più il terremoto mediatico che poteva essere qualche decennio fa.
Ormai è stato sdoganato, non fa più alcun effetto nemmeno al Club della Terza Età.
"Ma questo è diverso, il messaggio dei nostri corpi non è erotico, ma sociale."

Fesserie.
Questo tipo di comunicazione è efficace unicamente fintanto che il mezzo usato è causa di shock.
E un corpo nudo non è più causa di shock, se non a livello meramente istintivo.
Per quanto legittima possa essere la loro protesta, l'unico risultato tangibile che ha ottenuto è stato il far tornare di moda la derisione della donna in maniera diretta*.

Badate, mai si dica che sono contrario alle proteste del genere femminile per una maggiore parità di diritti.
E non sono nemmeno uno di quelli che dicono "Ma che diritti volete vi vengano riconosciuti, finché ci sono esemplari come Kim Kardashian che fanno soldi con le foto dei glutei?"
Se la pensate in questo modo, amici miei, non siete meno Neanderthal delle FEMEN.

Nel mondo ci sono gli imbecilli.
Sorpresa!
Nessuno si aspetta che Francesca Pascale (tanto per fare un nome a caso) si erga a paladina della parità di genere.
Sarebbe come aspettarsi che Fritz Haarmann si impegni nella divulgazione della cultura vegana.


Ma siamo arrivati un po' lontano.
Eravamo partiti da quel simpatico scienziato che, tutto contento per le implicazioni della sua impresa, non si è accorto che il pueblo si infervorava per la sua tanto burina quanto inoffensiva camicia.
Colpa tua, amico mio, sei stato ingenuo.
Devi sperare che i posteri passino sopra questo piccolo incidente di percorso e si ricordino ciò che hai fatto, non ciò che hai indossato.
La vedo dura.

Quanto alle FEMEN, diciamoci la verità.
Quante delle loro manifestazioni verranno ricordate per la legittimità della loro causa?



*Un dovuto ringraziamento va a Takeno, per il contributo datomi nella stesura dell'intervento.
  Il suo sostegno è stato assolutamente determinante.

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