Disclaimer: il post che mi appresto a presentarvi mi è stato involontariamente suggerito da una cara amica, a cui vanno i miei ringraziamenti. Da che è iniziata l'avventura dell'Onda Laterale, ognuno dei battitori ha sempre presentato testi relativi a considerazioni proprie, eventi di vita vissuta direttamente esperiti, opinioni sui massimi sistemi. Tutto splendido, e spero vivamente che continui così; pur tuttavia, abbiamo sempre tenuto in conto che questo è un blog di "stile", ovverosia volto a presentare contenuti assolutamente arbitrarî, inteso in questo contesto come univocamente da noi scelti, ma stesi in una trama stilistica punto che potesse solleticare l'immaginazione intellettuale di tutti gli astanti e altresì dei battitori stessi. In questo senso, e sia chiaro, non perché mi manchino assunti di interesse reale, ho deciso di dare una virata radicale all'andazzo, inaugurando il primo post di fiction. Una storia inventata di sana pianta, senza nessi - apparentemente - alla realtà reale, volto alla concentrazione di quella, spero vivamente, che sia una buona scrittura. Un'autentica onda laterale. Pur sempre nel mio stile. Buona lettura a tutti.
Londra.
Una mattina qualunque.
Il cielo, se terso avesse un senso nella capitale anglosassone, lancia delle occhiate di sfuggita sulla terra dove camminano gli uomini, inframezzandole col refrigerio di nuvole che corrono più forte della mente, come se fosse un languido battito di ciglia. Ad ogni piè sospinto un aereo squarcia l'immagine roboante di quest'angolo di mondo. Qualche bipede, chissà là per caso, si ferma un secondo a rimirare l'immagine di quei leviatani di tecnologia e umanità, e forse, osservando i due o quattro motori in equilibrio sulle ali del mezzo, e raffazzonando due pensieri su come mostri di alluminio di quel genere possano essere là sopra, senza che nessuno li sorregga - a meno che non esista sul serio il Flying Spaghetti Monster - in fondo alla sua testa pensa che sì, è giusto che noi siamo ai vertici del Creato.